di Marco Zonetti 🖋️
Audizione infuocata quella di oggi – 15 giugno 2022 – in Commissione di Vigilanza per l’Ad Rai Carlo Fuortes, chiamato in primo luogo a illustrare ragioni e dinamiche dell’improvvisa e inattesa defenestrazione di Mario Orfeo dalla direzione Approfondimento e del suo conseguente ritorno alla direzione del Tg3. Quasi unanime il richiamo dei commissari dei partiti al paradosso secondo il quale, se in un’azienda viene meno il rapporto fiduciario con un dirigente, ragione addotta da Fuortes per la sua decisione, il dirigente in questione non viene poi messo a capo di una direzione altrettanto autorevole.
Ma accanto al “caso Orfeo” si è discusso anche a profusione della questione degli opinionisti dei talk show, sui quali nella sua precedente audizione del 4 maggio, Fuortes “aveva fatto sognare” – cit. Michele Anzaldi – di possibili miglioramenti, mentre a parere di Pd e Italia Viva “la situazione è soltanto peggiorata”.
Se la Senatrice Pd Valeria Fedeli ha sottolineato come il caso Orfeo abbia fatto perdere “forza, reputazione e autorevolezza all’azienda” delineando così una “situazione molto preoccupante”, la capogruppo dem in Vigilanza ha anche evidenziato che la situazione della “disinformazione putiniana” nei talk italiani (Rai nella fattispecie) sia “un caso unico” in Europa. Parole confermate dal collega deputato del Partito Democratico Andrea Romano, che ha giudicato “imbarazzante” la spiegazione di Fuortes riguardo alla questione Orfeo, adombrando l’ipotesi che il vertice Rai voglia attribuire a quest’ultimo la responsabilità di non aver toccato l’offerta dell’informazione, cosa che – ad avviso dell’On. Romano – è “inaccettabile”.
Secondo Romano, infatti la situazione della disinformazione putiniana travestita da “pluralismo” è divenuta “ancora più grave” rispetto all’ultima audizione di Fuortes in Vigilanza, al punto che, nel caso in cui gli odierni dibattiti si fossero tenuti negli anni ’40, “avremmo visto discutere Anna Frank con Goebbels”.
Sempre l’On. Romano ha domandato a Fuortes dove siano finiti i succitati buoni propositi espressi nella sua precedente audizione, quando il vertice Rai aveva lasciato intendere che vi sarebbero stati dei cambiamenti al riguardo. “E invece non si è voluto fare niente”, ha chiosato il deputato del Pd.
Sulla stessa linea si è espresso anche il Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi (Iv), secondo il quale “se la Rai fosse stata quotata in Borsa, con il caso Orfeo sarebbe letteralmente sparita”. L’On. Anzaldi ha anch’egli ribadito come la disinformazione nei talk show Rai sia cambiata in peggio rispetto all’ultima audizione di Fuortes, chiamando in causa la puntata di #Cartabianca di ieri sera, martedì 14 giugno 2022, nella quale “l’alpinista-scrittore” Mauro Corona ha parlato in prima serata di eutanasia, argomento del quale non è esattamente un esperto.
Il 4 maggio scorso di fronte ai commissari della Vigilanza Fuortes aveva infatti stigmatizzato il ricorso a ospiti chiamati a disquisire di ogni argomento senza comprovate competenze, dichiarando superato – per quanto riguardava l’approfondimento politico – il modello dei talk show, ritenuto dall’Ad più adeguato per l’intrattenimento leggero. Parole non suffragate dall’attualità dei fatti, insomma.
Nella sua replica ai commissari, Fuortes ha annunciato che oggi il nuovo Direttore dell’Approfondimento Antonio Di Bella (che ha sostituito Orfeo) presenterà i palinsesti 2022-2023 in CdA, e a quel punto forse potremo sapere se siano stati apportati gli agognati cambiamenti nella formula dei talk show politici (in primis ovviamente, #Cartabianca, l’unico attualmente in onda sulla Rai in prima serata) o se permarrà il vituperato status quo.