Rai, Tgr notturni “front office” dei Governatori. La guerra sui tagli è tutta politica

Luca Zaia, Attilio Fontana, Donatella Tesei, Nicola Zingaretti, Vincenzo De Luca, Michele Emiliano

di Marco Zonetti 🖋️

Raramente, nella Storia d’Italia, l’annuncio di un Amministratore Delegato Rai era riuscito a scatenare le ire trasversali di Destra, Centro e Sinistra, dal Pd a Fratelli d’Italia, da Forza Italia al M5s, da Leu alla Lega. Raramente si erano visti concentrarsi gli attacchi congiunti di una pletora di Presidenti di Regione di ogni schieramento – sostenuti strenuamente dai sindacati dei giornalisti in forza a Viale Mazzini – contro la decisione di un taglio nei palinsesti.

Ovviamente, come già sottolineato in passato da VigilanzaTv Dagospia, ci riferiamo alla decisione dell’Ad Rai Carlo Fuortes di cancellare l’edizione notturna della Tgr. Decisione da lui divulgata il 24 novembre in Commissione di Vigilanza e, da allora, divenuta infuocato e proteiforme casus belli contro il vertice di Viale Mazzini. Tanto da spingere il Presidente della Vigilanza Rai Alberto Barachini a convocare Fuortes in Commissione, e da sfociare il 29 dicembre prossimo in uno sciopero indetto dall’USIGRai, che rischia di mettere in ginocchio Viale Mazzini.

Il taglio deciso da Fuortes ha preso l’abbrivio dall’interrogazione parlamentare del Senatore Elio Lannutti, membro della sesta commissione permanente Finanze e Tesoro, che si chiedeva come mai “l’edizione della mezzanotte delle sedi regionali costi, solo di personale, secondo fonti giornalistiche, 4 milioni di euro l’anno“. Senza contare alcuni espedienti, come quello di scavallare la mezzanotte “per prendere la maggiorazione, gli straordinari”. Oltre al fatto, dulcis in fundo, che l’edizione notturna, come dimostrava in vari servizi di Striscia la Notizia l’inviato Pinuccio, è praticamente identica a quella delle 19.30.

Sulla questione era intervenuto poi l’Onorevole Michele Anzaldi (Iv), Segretario della Commissione di Vigilanza Rai, che ha presentato un’interrogazione chiedendo all’azienda di fare luce sui costi di un’edizione di soli quattro minuti che ripropone sostanzialmente un sintesi delle notizie già ampiamente diffuse alle 19.30, prevedendo però il pagamento di costosi straordinari notturni a giornalisti e tecnici. L’On. Anzaldi faceva anche notare come l’USIGRai difenda naturalmente gli interessi dei giornalisti che rappresenta, e che – complice il taglio – perderebbero così i ricchi straordinari.

Nel CdA del 9 novembre 2021, Fuortes aveva annunciato la cancellazione dell’edizione notturna ai Consiglieri di Amministrazione espressioni dei vari partiti politici e dell’USIGrai, ma solo due settimane più tardi – dopo la sua audizione in Commissione di Vigilanza Rai nella quale aveva addotto come motivo della decisione lo scarso share di tale edizione rispetto alle altre – si era visto bersagliare dal fuoco concentrico di un plotone di esecuzione composto da sindacati, partiti politici, leader di partito, ma soprattutto Presidenti di Regione. 

Da De Luca (Campania) a Tesei (Umbria), da Cirio (Piemonte) a Zaia (Veneto), da Occhiuto (Calabria) a Bardi (Basilicata), da Fedriga (Friuli Venezia-Giulia) a Emiliano (Puglia), da Zingaretti (Lazio) a Toti (Liguria), praticamente tutti i Governatori italiani si sono espressi pubblicamente contro il taglio, sbandierando la nobile motivazione dell’importanza dell’informazione locale, ma trascurando la questione dei costi esorbitanti dell’edizione incriminata, per giunta identica alle precedenti.

In realtà come già facevamo notare, dietro gli arabeschi della difesa del pluralismo e dell’autonomia della stampa, si cela una guerra solo ed esclusivamente politica, sottolineata anche da Claudio Marincola in un articolo pubblicato sul Quotidiano del Sud, dall’icastico titolo I governatori ora vogliono dettare i palinsesti Rai. Articolo nel quale spicca una riflessione su tutte: “Il servizio pubblico, come la scuola pubblica, è un bene comune. Sia chiaro. Va difeso con i denti. Ma deve dimostrarsi indipendente’, rispondere cioè con i fatti, con obiettività e accuratezza in tutti in tutte le edizioni dei nazionali. E i Tgr? Da zona franca a terra di conquista, diventare il front-office dei governatori è un attimo“.

E Marincola fa un esempio lampante: “Come farebbe del resto senza la solita sovraesposizione notturna Luca Zaia a garantirsi quel 87% di gradimento che i sondaggi gli attribuiscono in Veneto? Ecco allora pronta all’uso la dichiarazione del presidente. Che va oltre la semplice solidarietà. Diventa un suggerimento, poco meno di una invasione di campo”.

Se il buon Fuortes durante la sua audizione in Commissione di Vigilanza Rai avesse sottolineato la spesa esorbitante addossata al contribuente per tale edizione, anziché parlare solo di ascolti (quando Rai2 e talvolta Rai3 in prima e seconda serata con costose produzioni esterne fanno uno share da prefisso telefonico), forse avrebbe spuntato leggermente le armi dei suoi detrattori. Per quale motivo al mondo i cittadini devono insomma sobbarcarsi i costi degli straordinari notturni quando i servizi mandati in onda nell’edizione notturna sono identici a quelli trasmessi in quella delle 19.30?

Possibile che, malgrado la panoplia di comunicatori profumatamente pagati (da noi) di cui dispone, Fuortes non sappia comunicare questo semplice dato di fatto? Non c’è da stupirsi, dunque, che sia diventato carne da macello per l’inusitata e strategica “corrispondenza di amorosi sensi” tra giornalisti, sindacati, politica e Governatori. 

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