“Giuseppe Conte, quasi leader dei Cinque Stelle, mi ha attaccato, parlando dei miei contratti da ‘centinaia di migliaia di euro’“. A Giuseppe Conte vorrei proporre un dibattito sulle idee ma non vorrei metterlo in difficoltà, dunque mi limito a chiedergli un confronto all’americana pubblico, in Tv, sui miei contratti. E sui suoi contratti. E sui suoi rapporti. Io dico che ci divertiamo. Mi faccia sapere l’avvocato del popolo quando è disponibile, se se la sente. Io ci sono.”
Così Matteo Renzi risponde all’ennesimo attacco dell’ex Presidente del Consiglio Conte, destituito a vantaggio di Mario Draghi dalla crisi di Governo innescata proprio dal leader di Italia Viva. Mentre per Renzi il confronto all’americana televisivo è ordinaria amministrazione, basti pensare a quello con Matteo Salvini a Porta a Porta nell’ottobre 2019, per Conte sarebbe la primissima volta. E lo sarebbe anche per il M5s in generale secondo i dettami del “codice Rocco”, ovvero le ferree regole impartite dal comunicatore ed ex portavoce Casalino. Ricordiamo benissimo nel novembre 2017 la fuga di Luigi Di Maio, quando – allora leader del M5s – prima pretese un faccia a faccia televisivo con Renzi, fissando addirittura l’arena di scontro (DiMartedì su La7), salvo poi rinunciare all’ultimo momento.
Michele Anzaldi, Segretario della Commissione di Vigilanza Rai, commenta così sui social la sfida lanciata dal suo leader di partito: “Renzi è pronto ad un faccia a faccia tv con Conte, che non perde mai occasione per attaccarlo: quale tv riuscirà ad organizzarlo? La Rai si farà avanti per un confronto corretto e imparziale, o ci penseranno le tv commerciali? Il leader M5s accetterà di confrontarsi o scapperà?
Il partito che era nato parlando di streaming accetterà un confronto trasparente, oppure Conte preferirà darsi alla fuga, magari con la complicità dei mezzi di comunicazione a partire dal servizio pubblico?”. Staremo a vedere.