Per primi, qualche mese fa avevamo sottolineato come il Festival di Sanremo 2021 – se mai si fosse realizzato – non avrebbe potuto essere come quelli cui eravamo abituati fino all’ultima edizione che ha visto la vittoria di Diodato. Sanremo equivale ad assembramento, sia nella città ligure nelle settimane precedenti all’evento, sia all’Ariston, sia in tutti gli eventi legati alla kermesse, quindi era evidente anche a un bambino di due anni che, con l’emergenza Covid-19 ben lungi dall’essere alle nostre spalle, e con centinaia di decessi al giorno, ci si potesse scordare il consueto “Festivalone” dei tempi d’oro.
Le riflessioni di Bloggorai
La Rai, tuttavia, o almeno i suoi vertici, paiono far finta che il Covid non esista, che l’Italia non sia in preda al caos e divisa in zone più o meno blindate per virulenza dei contagi, e lasciano intendere alla stampa che il Festival si farà e che si svolgerà – almeno televisivamente parlando – come nelle passate edizioni. Addirittura con la possibilità di avere il pubblico (di figuranti) all’Ariston, mentre i teatri e i cinema in tutta Italia sono chiusi da tempo. Il sempre acuto sito Bloggorai, che ringraziamo sia per il lavoro encomiabile e di grande ispirazione che svolge sia per la sua graditissima attenzione a VigilanzaTv, sottolinea in una sua disamina come “il Festival di Sanremo sia un “terreno di battaglia” dove si lotta anche per la successione della Governance Rai.
Campo di battaglia: Sanremo 2021
Bloggorai ricorda che “nei giorni scorsi a Viale Mazzini si è svolta una riunione alla quale ha partecipato un noto e cointeressato agente di spettacolo (Lucio Presta, agente del conduttore Amadeus, ndr) per decidere che comunque il Festival s’ha da fare“. E, nota di colore, Bloggorai ha aggiunto un elemento sul quale approfondiremo anche noi in futuro: “Per quanto ci è stato riferito, pare, sembra, dicono, che a questo incontro non ha partecipato il DG (Alberto Matassino, ndr) che, pare, sembra , dicono, da tempo attende di avere un incontro/confronto con l’AD. Attenzione, si tratta dello stesso DG del quale, poco tempo addietro, è stato scritto che sembra essere il candidato del PD alla successione di Salini“. Sempre utile, riguardo alle dinamiche e ambasce interne alla Governance Rai, la lettura delle analisi di Angelo Zaccone Teodosi su key4biz.it, come il suo ultimo articolo nel quale sviscera i motivi per cui la tanto sbandierata riforma della Rai si sia arenata.
Sanremo 2021: Proteste e obiezioni
Tornando però alla questione “Sanremo sì, Sanremo no”, è evidente ancora una volta che l’Amministratore Delegato Rai Salini – depotenziato dallo “sfratto” del Ministro dell’Economia Gualtieri e vicino alla fisiologica scadenza del suo incarico – sia di fatto marginale nelle scelte relative al primo Festival in era Covid-19. Dalle parti di Viale Mazzini (e di Presta), sottolinea sempre Bloggorai, si vorrebbe farlo a tutti i costi, ma il mondo dello spettacolo si è messo di traverso. Stroncando l’ipotesi di favoritismi per la kermesse ligure mentre teatri e cinema hanno le serrande abbassate e il settore piange miseria, avanzando aut aut e minacciando mobilitazioni nel caso in cui Sanremo apra al pubblico. In tutto questo si è inserito il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Franco Locatelli che ha decretato che per il Festival varranno le stesse norme che vigono per gli altri eventi pubblici e che non vi saranno deroghe.
Ottimismo eccessivo
La Rai intanto, almeno pubblicamente, sembra fluttuare in una fiduciosa nuvoletta quasi pensasse che, magicamente, fra qualche settimana il Covid-19 dovesse svanire senza lasciare traccia, le restrizioni dovessero cadere tout court, e tutti gli italiani dovessero unirsi in un abbraccio collettivo finalmente liberi dall’incubo dei contagi e della conta dei decessi quotidiani. Stando alle cifre di ieri 23 gennaio (13.331 nuovi casi e 488 morti), ci verrebbe da pensare che vi sia un filo di ottimismo di troppo in quel di Viale Mazzini.