Vita in Diretta. Tapiro d’oro a Matano per il gestaccio dell’inviata

Il secondo tapiro d’oro ad Alberto Matano, conduttore della Vita in Diretta su Rai1 (il primo gli era stato consegnato per la defenestrazione di Lorella Cuccarini), verrà consegnato questa sera da Striscia la Notizia in onda dalle ore 20.35 su Canale5. La motivazione? L’evidente gestaccio dell’inviata Lucia Loffredo in collegamento da Scicli (Rg) nella puntata del 14 gennaio 2021. La giornalista in favore di telecamera ha mostrato ripetutamente il “dito medio”, ma Alberto Matano ha continuato a condurre come se niente fosse, senza chiedere spiegazioni all’interessata né scusandosi con i telespettatori. Qui sotto pubblichiamo il video della scena incriminata. Giudicate voi.

Leggiamo da un comunicato ufficiale di Striscia: “Dopo la vicenda Berlinguer-Corona e le polemiche per il “gallina” rivolto alla conduttrice di Cartabianca, ci si aspettava che dai vertici di viale Mazzini, inflessibili custodi del Codice etico della Rai, arrivassero parole di condanna o provvedimenti disciplinari nei confronti della Loffredo. Ma non è successo nulla. Tant’è che l’inviata ha continuato ad andare in onda nei giorni successivi come se niente fosse accaduto“.

E ancora: “Anzi, raggiunto da Valerio Staffelli, che gli ha consegnato il Tapiro d’oro, Matano ha dichiarato: «Non mi sono accorto di niente, ma posso assicurare che non era un gestaccio: la collega stava solo indicando all’operatore di seguirlaAveva il microfono in mano e le era rimasto quel dito…». Che non si sia accorto di niente non è vero, come mostreranno le immagini trasmesse stasera da Striscia. Mentre che non si trattasse di un gestaccio è una spiegazione davvero poco convincente”.

La conclusione: “Su tutto resta un interrogativo: perché vengono usati pesi e misure diverse per i due casi? Un dito medio vale forse meno di un “gallina”? Evidentemente il Codice Etico è per tutti, ma si applica solo per Mauro Corona: “Bianchina” se ne faccia una ragione!”

Valerio Staffelli consegna il secondo Tapiro D’Oro ad Alberto Matano
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