Film Tv 31 dicembre. Parenti serpenti: ironia e cinismo per chiudere il 2021

Film Tv venerdì 31 dicembre 2021. Tra i film in prima serata sui principali canali del digitale terrestre oggi segnaliamo Parenti serpenti, sarcastico ritratto di Mario Monicelli dell’Italia in festa. Indicando – come di consueto – gli altri film in programmazione.

La 7 (canale 507) 21.00

Film Tv 31 dicembre. Parenti serpenti: ironia e cinismo per chiudere il 2021
La recensione del film su VigilanzaTv

Parenti serpenti (commedia, ITA, 1992) regia di Mario Monicelli. Con Paolo Panelli, Pia Velsi, Alessandro Haber, Marina Confalone, Cinzia Leone, Monica Scattini, Tommaso Bianco, Riccardo Scontrini, Renato Cecchetto, Eugenio Masciari, Eleonora Alberti

È Natale, e come la tradizione impone, quattro figli – Lina, Alessandro, Milena e Alfredo – con relativa prole, tornano nella casa d’infanzia in provincia d’Abruzzo per trascorrervi Natale e Capodanno con i genitori anziani: nonno Saverio (Panelli), ex vicebrigadiere in pensione, ormai affetto da una lieve forma di demenza senile, e l’arzilla e lucida moglie Trieste (Velsi). I primi ad arrivare sono Lina (Confalone), la primogenita, con il marito Michele (Bianco) e il figlio Mauro (Scontrini), il più giovane (con ruolo di narratore “inconsapevole”). A seguire “entrano in scena” Alessandro (Masciari) con la moglie Gina (Leone), femme fatale di provincia, e Monica, la figlia adolescente. Quindi Milena (Scattini) e Filippo (Cecchetto), coppia senza figli, e Alfredo (Haber) ancora single nonostante la mezza età.

Una famiglia piccolo borghese riunita in una vecchia casa di montagna riscaldata da stufe e bracieri – come si usava una volta – e dall’amore di una madre che, nonostante la vecchiaia, è pronta a servire in tavola il tradizionale cenone cui non possono mai mancare pasta al tonno (meglio se in formato locale, per aggiungere alla tavola un tocco di “sano” campanilismo) e capitone (recuperato dopo una fuga rocambolesca per finire in tavola, e al centro del solito doppio senso). La collaborazione delle due figlie tuttavia non viene meno, mentre sparlano della cognata intenta nel frattempo a vegliare sulla dieta di una figlia sempre affamata, da brava adolescente. Facendo affiorare vecchie ferite, come quella di Milena, ancora sofferente per non aver ancora avuto figli; e nuove realtà, come la perdita di memoria del nonno.

Tutti a tavola quindi – com’è tradizione – davanti al quiz natalizio di Mike Bongiorno in tempi in cui non esisteva intrattenimento migliore. E anche questo contribuisce a rendere universale il quadro che Monicelli dipinge, in una cornice d’antan che ognuno di noi ha, almeno per un periodo della vita, frequentato suo malgrado. In cui affiorano man mano – grazie a uno stile registico magistrale che ne ha fatto un cult movie natalizio – i tratti caratteriali dei protagonisti. E le falsità e le ipocrisie di un conformismo provinciale, rivelate fuori scena dal piccolo Mauro: preludio al crescente disvelarsi di inconfessabili segreti e meschinità reciproche. Il tutto breve distanza dalla tradizionale , ineludibile, messa di mezzanotte. E di un fatale annuncio.

“Parenti serpenti è il vero film di Natale perché ricalca alla perfezione ogni manierismo e ogni stortura delle famiglie italiane. I personaggi sono scritti e interpretati in modo da essere perfettamente credibili, anche nel loro essere fuori dalle righe”(Sara Uslenghi per Wired) al punto da rivelare, aggiungeremmo, quanto la più naturale delle nostre istituzioni, perda all’occorrenza i suoi vincoli per lasciar spazio a qualcosa che, nella sua paradossalità, ha più di un tratto di verità.

Scritto con Carmine Amoroso (premio Solinas), Suso Cecchi D’Amico e Piero Bernardi, Parenti serpenti è una commedia corale scandita in due parti. La prima ha un taglio da commedia realistica di costume e semina le mine che esplodono nella seconda parte, dove si passa ai toni dell’umorismo nero fino al feroce cinismo della conclusione (Il Morandini).

Monicelli porta al parossismo la rappresentazione di tradizione e famiglia: quella piccolo borghese è qui ritratta in acido, in tutti i suoi vizi. Il macchiettismo grottesco è la molla del divertimento, ma anche il vero limite del film (FilmTv).

Per noi un capolavoro di humour nero dunque con un cast eccezionale diretto da un Monicelli in forma smagliante. Un autentico “film dell’orrore” travestito da commedia all’italiana di qualità.

Una scena del film