I film Tv di domenica 13 settembre 2020 con De Sica-Loren-Mastroianni, Hitchcock, L’Attimo fuggente e Sliding Doors

RaiMovie, 17.40

Sophia Loren Marcello Mastroianni Matrimonio all'italiana stasera in tv film tv domenica 13 settembre 2020
Sophia Loren e Marcello Mastroianni in Matrimonio all’italiana

Matrimonio all’italiana (1964) di Vittorio De Sica. Con Sophia Loren, Marcello Mastroianni, Aldo Puglisi, Marilù Tolo, Tecla Scarano, Enzo Aita

Filumena Marturano, ex prostituta, in punto di morte fa chiamare al suo capezzale Domenico “Dummì” Soriano (Mastroianni), ricco pasticciere e donnaiolo impenitente. Filumena è stata per anni la mantenuta di Dummì, che l’ha tolta giovanissima dalla casa di tolleranza in cui esercitava piazzandola in seguito a casa della madre per sfruttarla come dama di compagnia/badante. Sul letto di morte, il prete svela l’ultimo desiderio di Filumena: sposarsi con Dummì. Restio, questi finisce per accettare pensando che l’ora fatale sia imminente. Colpo di scena: Filumena è sana come un pesce e ha architettato tutta la messinscena per farsi finalmente impalmare da Dummì. Un lungo flashback svela il rapporto tormentato che lega i due, nonché il triplice, sconvolgente segreto che la donna nasconde. E che cambierà per sempre la vita di entrambi.

Tratto dalla Filumena Marturano di Eduardo De Filippo, il film è un sapiente connubio di lacrime e risate a cura del pregevole lavoro del regista, dei due protagonisti in stato di grazia e dei comprimari, sui quali svetta Tecla Scarano nei panni di Rosalia, devota domestica di Filumena. Candidatura all’Oscar come Miglior attrice protagonista per la trentenne Loren, di conturbante bellezza, e per il Miglior film straniero. Qui il trailer.

Iris, 21.10

Cary Grant Eva Marie Saint Intrigo internazionale Alfred Hitchcock stasera in tv
Cary Grant ed Eva Marie-Saint in Intrigo internazionale

Intrigo internazionale (North by Northwest, 1959) di Alfred Hitchcock. Con Cary Grant, Eva Marie Saint, James Mason, Martin Landau, Leo G. Carroll

Il tranquillo pubblicitario Roger Thornhill (Grant) viene rapito da un’organizzazione spionistica capeggiata dal criminale Lester Townsend (Mason). Interrogato a casa dell’uomo, Thornhill scopre di essere stato scambiato per l’agente federale George Kaplan, che non esiste, ma a nulla servono i suoi sforzi per convincere gli aguzzini dell’errore. Scampato alla morte per miracolo, finisce per essere accusato dell’omicidio di un diplomatico all’Onu. Braccato dalla polizia che lo crede un assassino, Thornhill fugge e, su un treno, conosce la bella Eva Kendall (Saint) che pare volerlo aiutare. Le apparenze, come nel suo caso, potrebbero tuttavia ingannare.

Capolavoro assoluto di Alfred Hitchcock (e del cinema), che riprende i classici temi del regista (l’innocente perseguitato, la bionda glaciale, la madre dispotica, il cattivo per bene etc.) ricomponendoli in una delle più avvincenti spy-story del grande schermo. I film di James Bond hanno più di un debito con Intrigo Internazionale, oltre che Intrigo a Stoccolma che è la sua fotocopia. Una rapsodia di scene memorabili: (l’attacco dell’aereo in mezzo al nulla, qui la sequenza; l’inseguimento sul Monte Rushmore fra i volti dei quattro presidenti; l’asta pubblica disturbata dal protagonista per richiamare le forze dell’ordine e sfuggire agli assassini e così via). Magistrale colonna sonora di Bernard Herrmann. David di Donatello a Cary Grant come Miglior Attore Protagonista.

A seguire, sempre su Iris alle 23.15, Delitto perfetto. Qui la nostra recensione.

La5, 21.10

Gwyneth Paltrow Sliding doors
La locandina di Sliding Doors

Sliding doors (1998) di Peter Howitt. Con Gwyneth Paltrow, John Lynch, John Hannah, Jeanne Tripplehorn

Helen (Paltrow) arriva tardi in ufficio e viene licenziata. Decide di tornare in anticipo a casa e sulla metropolitana incontra l’affascinante James (Hannah). Dopodiché, rincasando, scopre Gerry (Lynch), il suo uomo, a letto con un’altra donna (Tripplehorn). Ah, se solo si fossero chiuse le porte scorrevoli della metropolitana e lei l’avesse perduta! Il destino avrebbe preso tutto un altro corso.

Il destino può essere determinato dalle “porte scorrevoli” (le sliding doors del titolo) di una metropolitana che si aprono o si chiudono. Al suo debutto come sceneggiatore e regista di una storia che si sdoppia percorrendo due trame parallele, Howitt “dimostra di possedere un acuto spirito di osservazione, uno humour salace e una piacevole scioltezza narrativa” (Paolo Mereghetti). Prodotto da Sidney Pollack, fu per la Paltrow il fortunato gradino precedente a Shakespeare in Love, che poi la lanciò definitivamente come diva internazionale. L’espressione Sliding doors è entrata nel linguaggio comune per indicare il momento cruciale nel quale il destino può prendere strade divergenti e talvolta opposte. Qui il trailer.

La7, 22.30

L'attimo fuggente società dei poeti estinti dead poets society robin williams
Robin Williams ne L’attimo fuggente

L’attimo fuggente (Dead Poets Society, 1989) di Peter Weir. Con Robin Williams, Robert Sean Leonard, Ethan Hawke, Josh Charles

Nell’esclusiva accademia Welton che forma la futura classe dirigente, il professor Keating (Williams) tiene appassionate lezioni di poesia e letteratura. Spronando gli allievi a pensare con la propria testa. In suo onore i ragazzi rifonderanno la clandestina “Società dei Poeti Estinti”. Quando Keating pagherà cara la sua linea d’insegnamento non ortodossa, i suoi studenti dimostreranno che i semi che egli ha piantato nelle loro menti non sono andati perduti.

Orazio incontra Whitman e Thoreau, passando per Robert Frost e Branson Alcott. Questi i riferimenti letterari del film, incentrato sulla filosofia del Carpe diem. “Weir ha ereditato la struttura di un film già fatto, vi ha messo di suo la tensione ambigua che cova in ogni comunità di uguali. Film sulle debolezze e le ingenuità degli anni cinquanta, l’opera di Weir diventa anche un canto sulla speranza e il diritto di credere” (Stefano Reggiani). Presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia il 14 settembre 1989, ottenne un grande successo di pubblico e di critica ed è da allora divenuto un cult movie intergenerazionale con il suo motto tratto da Whitman, O capitano! Mio capitano!. Oscar per la Miglior Sceneggiatura Originale a Tom Schulman e David di Donatello per il Miglior Film Straniero. Qui una scena.

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