di Marco Zonetti 🖋️
Mentre il Copasir, Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica, fa sapere attraverso il suo presidente Adolfo Urso di aver attivato una “indagine conoscitiva sulle forme di disinformazione e di ingerenza straniere, anche con riferimento alle minacce ibride e di natura cibernetica”, ecco che sul quotidiano Domani si legge un’interessante disamina della giurista Vitalba Azzollini sul tema della propaganda russa nei talk show italiani.
Nell’àmbito delle sanzioni comminate alla Russia a seguito dell’invasione dell’Ucraina, il 2 marzo scorso l’Unione Europea ha deliberato la sospensione – su tutto il proprio territorio – delle attività di radiodiffusione di alcuni media russi, ovvero Sputnik e Rt/Russia Today. Come ricorda la dottoressa Azzollini, malgrado l’Italia sia vincolata a rispettare l’applicazione delle sanzioni continuiamo a vedere ospiti nei talk show del nostro Paese “giornalisti che lavorano in organi di informazione sospesi dall’Ue e propagandisti colpiti da sanzioni”. Tanto da prefigurare “un aggiramento delle sanzioni stesse”.
Vitalba Azzollini segnala ad esempio la presenza, qualche giorno fa, della giornalista russa di Sputnik Tatiana Kukhareva in un talk show italiano (diMartedì condotto da Giovanni Floris su La7, ndr), nonché qualche giorno prima (a Non è L’Arena presentato da Massimo Giletti, ndr) quella di Dmitry Kulikov, “oggetto di sanzioni da parte dell’Unione Europea perché ritenuto uno dei principali propagandisti della «narrazione del Cremlino» – come riporta il testo del provvedimento pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Ue” – che ha «giustificato» e «sostenuto attivamente» le azioni russe contro l’Ucraina”.
In maniera interessante Vitalba Azzolini sottolinea come il Governo italiano non si preoccupi del fatto che la Tv italiana permetta – malgrado le succitate sanzioni europee – la divulgazione della propaganda russa in prima serata, complice la presenza di “taluni personaggi” invitati nei talk nazionali; e come invece se ne stia occupando il Copasir. Il cui intervento in materia, tuttavia, desta qualche perplessità secondo la giurista, poiché “ai sensi di legge (art. 30, l. n. 124/2007), la competenza del Comitato è quella di verificare che l’attività dei servizi segreti si svolga nel rispetto della Costituzione e in conformità alla legge, e non quella di indagare sugli inviti televisivi al fine di «preservare la libertà, l’autonomia editoriale e informativa e il pluralismo da qualsiasi forma di condizionamento», come affermato dal presidente del Copasir, Adolfo Urso“.
Conclude Vitalba Azzollini: “Nonostante le rassicurazioni circa la non-ingerenza nelle attività dei media, il dubbio che ciò possa comunque avere una qualche incidenza sorge lo stesso”. All’intervento del Copasir in merito è per esempio contrario Giovanni Minoli, come abbiamo scritto qualche giorno fa, ed è proprio alla controversia sottolineata dalla giurista che si aggrappano i vari giornalisti/conduttori, o i direttori di testate giornalistiche ospiti fissi o ricorrenti nei talk show di cui sopra, per smontare le presunte interferenze istituzionali nella linea editoriale dei programmi di approfondimento.
Anche quelle parlamentari, con il tentativo da parte della Commissione di Vigilanza Rai con la risoluzione su ospiti e opinionisti proposta dal Presidente Alberto Barachini e affossata via via dal M5s, la cui levata di scudi secondo il Segretario Michele Anzaldi (Iv) mira a difendere i compensi dei giornalisti amici come Andrea Scanzi. Frattanto, i talk show italiani della Tv pubblica e delle reti commerciali rimangono quella “terra di nessuno” dove vale tutto e il conduttore ha diritto ultimo di parola. Anche se ciò significa aggirare perfino le sanzioni dell’Unione Europea…