Il giallo dell’autogrill s’infittisce. Anzaldi: “L’agente Mancini fatto fuori dai russi?”

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di Marco Zonetti 🖋️

L’incontro in un autogrill di Fiano Romano, nei pressi della Capitale, tra il leader di Italia Viva Matteo Renzi e l’agente dei servizi segreti Marco Mancini ha fatto il bello e il cattivo tempo in diverse puntate della trasmissione di Rai3 Report condotta da Sigfrido Ranucci. Con tanto di video filmato da una presunta “cittadina curiosa”, un’insegnante, che sarebbe riuscita a riprendere a distanza il colloquio tra Renzi e Mancini con mezzi così tecnologicamente avanzati da far sfigurare i dispositivi all’avanguardia dei quali si avvale lo stesso James Bond nei suoi film.

Sempre Report ha poi intervistato in una successiva puntata andata in onda il 14 giugno 2021 la “cittadina curiosa”, della quale tuttavia i telespettatori hanno potuto vedere soltanto l’ombra con la voce artefatta elettronicamente. Il giorno successivo alla puntata in questione, il Deputato di Italia Viva Michele Anzaldi, Segretario della Commissione di Vigilanza Rai, commentava così sul Riformista: “È una presa in giro poiché la signora non è riconoscibile. Una cosa mai vista, neanche fossimo di fronte ad un caso di pentiti di mafia. Ma non è tutto… La trasmissione di ieri avrebbe dovuto mostrare il viso, la normalità anzi la riconoscibilità e di conseguenza la sua attendibilità, testimoniata da conoscenti e addirittura da colleghi e alunni. Ed invece nulla anzi l’opposto“.

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L’ombra della “cittadina curiosa” intervistata da Report

E Michele Anzaldi precisava ancora: “C’è qualcuno in Italia che, come sostengo da tempo, pensa che non sia una guerra tra servizi segreti? Deviati e non? Se la signora fosse al soldo dei servizi andrebbe mai in televisione a dirlo? Andrebbe a confessare? Andrebbe a dire: non sono un semplice cittadino ma una spia professionista! Evidentemente no… Questo affare è lunare. Dopo la signora c’è stata un’ora di trasmissione per raccontare di presunti servizi segreti marci, di presunti rapporti con la ndrangheta, di mafia, di tritolo: ma che c’entra Renzi con tutti questo? Un minestrone che per un telespettatore che non sia stato attentissimo avrebbe potuto avere anche effetti diffamatori”.

Nello stesso periodo, riguardo all’identità misteriosa degli autori del video, Matteo Renzi sporgeva denuncia penale contro ignoti, denuncia le cui sorti apprendiamo dal suo libro pubblicato qualche giorno fa dal titolo Il Mostro.

Il leader di Italia Viva sottolinea infatti che “non risultano – al momento – indagini che possano aiutare a capire chi fosse la presunta testimone segreta che pure, per ammissione della redazione [di Report], era in viaggio in autostrada in un giorno di lockdown totale con zona rossa“. E Renzi aggiunge: “Dalle immagini delle telecamere dell’autogrill e del casello si potrebbe risalire tranquillamente all’identità della presunta testimone casuale e io questo ho chiesto agli investigatori. Ma non si fa. Perché?“.

Oggi, venerdì 20 maggio 2022, in un articolo di Aldo Torchiaro pubblicato sempre sul Riformista, veniamo quindi a sapere che Marco Mancini, definito in maniera sconvolgente “un morto che cammina” il quale non solo dopo il caso dell’autogrill si è visto defenestrare dai servizi segreti ma anche togliere la scorta che lo proteggeva, “dava fastidio alla Russia” di Vladimir Putin poiché stava indagando sulle spie, e che potrebbero essere stati proprio i russi a volere la sua testa.

Lo stesso Michele Anzaldi ha così commentato su Facebook lo sviluppo nella vicenda che ora parrebbe assumere fosche tinte internazionali: “Se fossero confermate, le indiscrezioni pubblicate dal Riformista sull’ex agente dei servizi segreti Marco Mancini, che sarebbe stato fatto fuori con un’operazione organizzata dai russi a partire dal famoso video all’Autogrill con Renzi, sarebbero davvero gravi e inquietanti. Faccio appello alle trasmissioni tv più coraggiose, come ad esempio Striscia la Notizia e Le Iene, ad approfondire la vicenda e fare luce”.

Frattanto, il giallo dell’incontro in autogrill tra Matteo Renzi e Marco Mancini, scoppiato più di un anno fa, non accenna a risolversi ma, se possibile, s’infittisce sempre di più.

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