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di Antonio Facchin
Emma Stone è la nuova testimonial della collezione di prêt-à-porter Louis Vuitton per il prossimo autunno-inverno. E non sorprende perché l’attrice, premio Oscar per La La Land, aveva già incarnato lo stile del marchio del lusso francese per il lancio di un suo ennesimo must-have. Nulla di nuovo neanche sul fronte della direzione artistica di Nicolas Ghesquière, che ne firma le collezioni dal 2013. Ma la sorpresa sta piuttosto nell’annuncio di un nuovo stilista per il mondo maschile: l’artista hip-hop Pharrell Williams.
E sorprende ancor di più che, da qualche anno, le campagne pubblicitarie non abbiano più come protagoniste le modelle, ma le star hollywoodiane che riescono evidentemente a coniugare bellezza, stile e raffinatezza e a evocare quell’aura di sogno che tanto fa presa sull’immaginario collettivo. Insomma, nessuno meglio di loro pare possa lanciare e promuovere profumi, beni di lusso e gioielli.
Così, dopo Nicole Kidman – cui furono affidate le sorti del rilancio di Chanel N°5 (di cui abbiamo già raccontato) prima di cedere il testimone a Marion Cotillard – e una lunga lista di attrici del calibro di Julia Roberts, Natalie Portman, Keira Knightley e una sensuale Charlize Theron, anche Anne Hathaway e Zendaya sono entrate in questa sorta di empireo, adornate di alta gioielleria Bulgari, co-protagoniste in uno spot diretto da Paolo Sorrentino.
Diamonds are forever
Già Tiffany, altro storico brand del gruppo LVMH (Louis Vuitton Moët Hennessy) che fa capo a Bernard Arnault e di cui Bulgari è entrato da qualche anno a far parte, era ricorso a una testimonial d’eccezione dopo che Audrey Hepburn e Marilyn Monroe lo avevano reso celebre in passato. Parliamo di Beyoncé con consorte al seguito, il rapper Jay-Z.
E non solo per l’idea di glamour che ha portato l’eclettica artista (la ricordiamo in Dreamgirls, il film ispirato alle Supremes in cui cantava un’esordiente Diana Ross ) fra le braccia esperte di Giorgio Armani, che la scelse per lanciare Diamonds. Ma anche per il suo essere una ben nota self-made woman, per giunta di colore: un tema caro – il primo – alla società americana.
Chopard invece ha recentemente puntato su Carla Bruni: inossidabile top-model, indimenticabile première dame, chanteuse di successo e attrice esclusiva per Woody Allen in Midnight in Paris, nei panni di una guida che discettava con impeccabile accento francese della vita privata dello scultore Auguste Rodin. Per lei il migliore degli scenari: la Croisette, nel pieno del più recente festival del cinema di Cannes.
Profumi, balocchi e arte fotografica
Chanel non poteva deludere. Da alcuni anni infatti lo stile della maison è promosso nel mondo da due eccellenti brand ambassador: Penélope Cruz e Margot Robbie, che indossa un tailleur vintage Chanel (reso celebre da Claudia Schiffer) anche in Barbie ed è volto della nuova fragranza Gabrielle Chanel Essence. Sul fronte maschile Blue de Chanel è rappresentato da qualche mese da Timothée Chalamét.
Testimonial d’eccezione per Giorgio Armani è da anni la carismatica Cate Blanchett, volto del profumo Sì fin dal suo lancio sul mercato.
L’attrice premio Oscar per Blue Jasmin ha recentemente prestato la sua immagine anche per l’ultima capsule collection primaverile di Louis Vuitton a firma Yayoi Kusama, che l’ha vista dividere la scena con Justin Timberlake e Léa Seydoux. E trasformarsi in opera d’arte vivente grazie al body-painting di Pat McGrath per l’obiettivo di uno dei più grandi fotografi di sempre: Steven Meisel.
Lo stesso Steven Meisel che documenta per immagini l’unica eccezione della lista: Dolce & Gabbana, affidando l’interpretazione del mood della collezione pre-fall 2024 alla top-model Maria Carla Boscono.
Il fenomeno Birkin
Tutti (o quasi) testimonial poco più che effimeri, se si paragonano a chi in passato legò il proprio nome (anzi cognome, per la precisione) a una creazione esclusiva in risposta a una precisa esigenza. Quando Jean-Louis Dumas, anima della maison Hermès fino al 2005, fece realizzare nei suoi atelier un’elegante borsa per una Grace Kelly reduce dal successo di Caccia al ladro, neo-principessa di Monaco, prossima mamma della sua primogenita. L’esperimento fu bissato con una borsa dalla capienza fuori dal comune, ispirata agli accessori da equitazione, per una Jane Birkin neomamma.
Genio e glamour Made in Italy
E se questa è la più geniale e duratura operazione di marketing mai applicata ai beni di lusso, il binomio lusso e cinema ha dato forma anche a uno dei momenti che, alla luce dei fatti, resterà indelebile nella storia del costume. Quando Gianni Versace intuì – in tempi in cui lo stile Made in Italy era già la principale voce delle esportazioni – che in alcune modelle di allora c’era quella stoffa da superstar che lo indusse a “trasformare” Linda Evangelista in Sophia Loren, Christy Turlington in Audrey Hepburn, Naomi Campbell in Josephine Baker. E con loro anche Cindy Crawford in Raquel Welch, Claudia Schiffer in Brigitte Bardot, Karen Mulder in Rita Hayworth, l’algida Tatiana Patiz in Lauren Bacall. Erano nate le super-model. Tutte insieme sulla stessa passerella, trasformata nel set di un film unico e irripetibile.