Rai, Anzaldi: “La Politica non chiama Fuortes? Ovvio, ha mantenuto le poltrone”

Ad Rai Carlo Fuortes intervista La Repubblica superdirezioni di genere Nomine Rai
Carlo Fuortes, Amministratore Delegato Rai

di Marco Zonetti

Dopo quasi quattro mesi di silenzio, finalmente l’Amministratore Delegato Rai Carlo Fuortes concede un’intervista al quotidiano La Repubblica per illustrare il nuovo Modello organizzativo per generi e, più in generale, le strategie che egli intende adottare nel prossimo futuro per risanare la situazione finanziaria dell’azienda. E a conti fatti, viste le dichiarazioni rilasciate, forse era meglio restarsene ancora un po’ in silenzio.

Nell’intervista il vertice Rai si vanta – fin dal titolo dell’articolo – del fatto che “i partiti non bussano alla sua porta” riguardo alle prossime nomine dei dieci fortunati ai quali sarà assegnata l’ambìta superdirezione orizzontale, ribadendo che egli sceglierà in base alle competenze. Ma già per esempio il fatto che l’informazione – come diceva proprio Repubblica ieri – potrebbe andare a Giuseppe Carboni attuale Direttore del Tg1 in quota M5s, più volte finito nel mirino del Segretario della Commissione di Vigilanza Michele Anzaldi per i favoritismi ai grillini (tanto da venir ribattezzato “Giggi1” per il cospicuo spazio offerto a Luigi Di Maio), e in primis a Giuseppe Conte – depone a sfavore di questo assunto. Non dobbiamo andare molto lontano: è di ieri, 28 ottobre 2021, il servizio del Tg1 sul Ddl Zan interamente costruito sulla crocifissione di Matteo Renzi e di Italia Viva senza il minimo contraddittorio, e senza accenni al fatto che l’affossamento si deve in realtà ai “franchi tiratori” di Pd e M5s.

Abbiamo chiesto a Michele Anzaldi un parere sulla dichiarazione di Fuortes riguardo al fatto che la politica non bussi alla sua porta, e il Segretario della Vigilanza ci ha risposto così: “Ci credo che i politici non si fanno sentire. Basti leggere i soliti nomi che si fanno per la guida dei Tg in scadenza, o che al timone del Tg2 è del tutto probabile la riconferma di Gennaro Sangiuliano, o che addirittura questi possa spostarsi al Tg1, per renderci conto dell’inutilità di eventuali chiamate dai palazzi del potere. Le attuali poltrone con relative quote politiche vengono di fatto mantenute: a che pro qualcuno dovrebbe eccepire e perdere tempo a bussare alle porte dell’Ad Rai?.

Prendendo sempre spunto dalla suddetta intervista di Fuortes, l’On. Anzaldi ci regala anche una lezione di comunicazione istituzionale. “Questa mattina su tutti i principali quotidiani, fra cui Repubblica“, ci illustra il deputato di Italia Viva, “la prima notizia in prima pagina sono ‘i 12 miliardi di tagli alle tasse per tornare a crescere’. Peccato che sempre su Repubblica alla pagina successiva, nel titolo dell’intervista a Fuortes, campeggi il titolo ‘Canone per i cellulari’ (ipotesi che l’On. Anzaldi aveva aspramente criticato, ndr). Cosa deve pensare il cittadino a questo punto? Per giunta, Fuortes propone anche che sia ‘la fiscalità generale’ a sovvenzionare il fondo per l’editoria e non la Rai attraverso l’imposta di scopo del canone. Quindi, di fatto, nella stessa intervista l’Ad Rai avanza la possibilità dell’introduzione di due nuove tasse a carico del contribuente”.

Che mal si conciliano con quei “12 miliardi di tagli alle tasse” sbandierati in prima pagina…

“Esatto. Pertanto se io fossi Mario Draghi, questa mattina – malgrado il G20 – riunirei i responsabili della comunicazione e l’ufficio stampa di Palazzo Chigi e mi chiederei come mai si sta facendo del proprio meglio per spiegare attraverso i quotidiani la manovra finanziaria volta a ridurre le tasse agli italiani, e al tempo stesso un uomo collocato – dallo stesso Draghi – al vertice della Rai confuta il tutto parlando di nuove tasse. Per giunta quella sui telefonini andrebbe a incidere pesantemente sui nuclei familiari, colpendo praticamente tutti, anche i ragazzini. Sarebbe davvero interessante sapere cosa ne pensi il Presidente del Consiglio di questa uscita quanto meno improvvida.”

Carlo Fuortes intervista La Repubblica
Carlo Fuortes Rai intervista La Repubblica
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