Servizi Segreti: spunta nel decreto che estende lo stato di emergenza fino al 15 ottobre una norma a sorpresa che prolunga di quattro anni i vertici degli 007 italiani.
Nel decreto pubblicato il 30 luglio, compaiono infatti misure urgenti legate alla scadenza della dichiarazione di emergenza da Covid-19. Misure che permettono al Premier Conte di prorogare l’incarico di Gennaro Vecchione al vertice del Dis.
Nominato a dicembre 2018 e in scadenza a fine anno, il generale della Guardia di Finanza è inviso all’opposizione e a parte della maggioranza. E la norma comparsa a sorpresa sarebbe volta ad aggirare il problema, blindando e prolungando di fatto il mandato di Vecchione.
Michele Anzaldi, Deputato di Italia Viva, ha mosso aspre critiche al riguardo. “Conte prolunga il mandato dei capi dei servizi segreti addirittura oltre la naturale scadenza della legislatura, e quindi del suo governo” ha dichiarato su Twitter. “Ma lascia l’Agcom senza presidente e quindi non operativa. Evidente problema di garanzie democratiche, strumentalizzata l’emergenza Covid“.
Per il deputato renziano, vieppiù, la smentita arrivata da Palazzo Chigi “dichiara quella che appare una palese e imbarazzante fake news“. Chi l’ha autorizzata? egli si domanda. “E’ stato il presidente del Consiglio o la nota è stata diffusa a sua insaputa?”.
“Basta leggere la legge del 2007” prosegue l’On. Anzaldi, “per verificare che i direttori di Dis, Aisi e Aise hanno “comunque la durata massima di quattro anni” (Legge 3 agosto 2007, n. 124). Mentre il decreto di Conte la estende “con successivi provvedimenti per una durata complessiva massima di ulteriori quattro anni” (Dl 30 luglio 2020, n. 83).
“La parola ‘ulteriori’ è stata aggiunta con questo decreto, mentre prima non c’era. D’altronde se la durata degli incarichi non fosse cambiata, come vuole far credere la nota di Palazzo Chigi, che senso avrebbe avuto intervenire per decreto?”.
Oltre a quella del deputato di Italia Viva, si sono levate anche le voci indignate di vari esponenti delle opposizioni, fra cui Giorgia Meloni (Fdi) e Anna Maria Bernini (Fi).