Viale Mazzini allo sbando. Perfino il ricordo di Frizzi (con repertorio Rai) è appaltato all’esterno

A tre anni dalla scomparsa di Fabrizio Frizzi, RaiPlay dedica un’esclusiva al notissimo presentatore con un documentario ricco di contributi delle Teche Rai, azienda dalla quale egli non si è mai allontanato neanche per inseguire contratti faraonici altrove. Così popolare e amato da dare il nome agli studi televisivi Rai della DEAR che oggi, infatti, si chiamano “Fabrizio Frizzi”. Una vita professionale, per l’appunto, trascorsa interamente nella Tv pubblica.

Il documentario di RaiPlay si fonda, dunque, solo ed esclusivamente su repertorio Rai e sulle Teche, vanto di Viale Mazzini e patrimonio culturale del Paese. Pure, scorrendo i titoli e i crediti, si scopre che l’omaggio è prodotto da una società esterna, la 42° Parallelo. Insomma, neppure per ricordare uno dei suoi personaggi più amati e popolari, la Rai riesce a confezionare un prodotto senza rivolgersi altrove? A maggior ragione visto che, nel documentario, è Carlo Conti, altro volto simbolo della Tv pubblica, a parlare del collega e amico.

Siamo insomma dalle parti di Sanpa, realizzato con un’abbondanza di filmati e documenti Rai e tuttavia prodotto da Netflix. Ma qui è perfino peggio, poiché la totalità dei contributi televisivi relativi a Fabrizio Frizzi è solo ed esclusivamente proprietà della Rai. Non si poteva quindi chiamare la squadra di Techetechetè, con i suoi validi e capaci professionisti interni fiore all’occhiello dell’azienda, anziché rivolgersi all’esterno utilizzando i soldi pubblici? Ci piacerebbe tanto sapere quanti.

error: Content is protected !!