Bonus Partita Iva, Italia Viva innocente e diffamata. Anzaldi: “Tridico e Inps da denuncia”

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Michele Anzaldi, Italia Viva

Italia Viva ingiustamente diffamata nella vicenda dei “furbetti” del Bonus Partita Iva. Anzaldi proporrà denuncia contro Tridico e l’Inps

Italia Viva innocente nel caso del Bonus Partita Iva che, domenica scorsa, ha imperversato su stampa e Tv. Alludiamo alla notizia frammentaria fornita dall’Inps al quotidiano La Repubblica riguardo a 5 deputati furbetti che avrebbero intascato il bonus di 600 euro destinato alle Partita Iva.

La Fake News dell’Inps su Italia Viva

Una vicenda che ha finito per gettare discredito sull’intera Camera dei Deputati e che è capitata un po’ troppo tempestivamente in vista del referendum sul taglio dei Parlamentari.

Dietrologia a parte, avevamo ampiamente stigmatizzato l’Inps per quanto accaduto. Dopodiché si è perfino scoperto che, fra i cinque “furbetti”, non rientrava alcun deputato di Italia Viva a differenza di quanto indicato da Repubblica e da altri organi di stampa. Una fake news, in sostanza, almeno per quanto riguarda Iv, del tutto estranea alla vicenda.

La denuncia di Michele Anzaldi

E a questo punto, il deputato renziano Michele Anzaldi che già aveva criticato l’operato dell’Inps al riguardo è più che mai agguerrito.

“Proporrò al mio partito e ai miei colleghi” scrive l’On. renziano sullHuffington Post, “o singolarmente o in gruppo, di denunciare l’Inps per avere non solo diffuso una notizia falsa. Ma soprattutto per non averla smentita autonomamente.

“Proporrò al mio partito di aiutare gli amministratori locali, consiglieri comunali e regionali che si sentono offesi da questa diffamazione, di dare supporto legale per denunciare l’Inps e il suo presidente. Non solo per avere diffuso dati falsi ma anche per non averli né corretti né smentiti“.

I punti oscuri della vicenda “furbetti del bonus”

“Prima stranezza: non si tratta” – spiega Anzaldi – “di uno scoop o del risultato di un’inchiesta, ma di una ‘velina’, come si dice in gergo, una notizia passata dall’Inps.

“Domenica mattina viene pubblicata la notizia dei cinque ‘furbetti’. Tutta la giornata passa con la ricerca da parte dei giornalisti e dei segretari dei partiti dei nomi dei parlamentari e amministratori coinvolti. Nel pomeriggio arriva una nuova velina, secondo cui si tratterebbe di 3 deputati della Lega, 1 del Movimento 5 stelle e 1 di Italia Viva.

“Dall’Inps non arriva nessuna comunicazione ufficiale, né di conferma né di smentita. Tridico non parla, l’ufficio stampa dell’istituto nemmeno, così sono queste due veline a indirizzare il dibattito“.

La richiesta d’informazioni all’Inps

“A quel punto la faccenda diventa sempre più concreta e i partiti, il mio in particolare, si muovono per chiedere informazioni ad ogni deputato sul fatto. Dopo un paio di ore, nella serata di domenica, si ha la certezza che nessuno di Italia Viva ha ricevuto neanche un euro, ma ormai il danno è fatto.”

“Per tutta la domenica siti, tg e social rilanciano la notizia in apertura, fino alla mattina di lunedì. Una giornata intera di fango, finché il presidente del partito Ettore Rosato alza il telefono e chiede spiegazioni a Tridico che candidamente dice che nessuno di Italia Viva è coinvolto.”

L’Inps non ha fatto nulla per rettificare la fake news

“Attenzione, non si è trattato di un comunicato di scuse diffuso spontaneamente dall’Inps ma di una richiesta di chiarimenti ufficiale fatta dal presidente del partito. In pratica una fake news si è diffusa a seguito dell’attivismo, o della mancata smentita, dell’Inps. Ma l’Istituto non ha fatto nulla per rettificare.”

Danno gravissimo d’immagine

“Un danno gravissimo di immagine ma anche di reputazione per un intero partito e per chi di quel partito fa parte. Ma nessuno si scandalizza, nessuno chiede chiarimenti all’Ordine dei giornalisti. Nessuno presenta una denuncia alla magistratura nei confronti dell’Inps o nei confronti dell’ufficio che ha diffuso questa informazione. Che poi ci dovrebbe spiegare perché pagato dagli italiani avrebbe concesso questi contributi salvo poi denunciarli come scandalosi. Quasi nessun editorialista che denuncia questo fatto come una barbarie.”

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