L’audizione di Mancini smonta il complottismo di Report: con Renzi semplice scambio di auguri e Conte sapeva dei colloqui

Sigfrido Ranucci Marco Mancini Matteo Renzi Report Rai3
Sigfrido Ranucci, Matteo Renzi e Marco Mancini

L’agente Marco Mancini, a distanza di pochi giorni dal suo pensionamento dai Servizi Segreti, è stato convocato in un’audizione improvvisa di fronte al Copasir, Comitato parlamentare per la sicurezza – audizione per giunta assai criticata dal Pd – e ha offerto la sua versione del famigerato incontro avuto in autogrill con Matteo Renzi. Incontro che sarebbe stato filmato con il cellulare da una “cittadina curiosa” per poi inviare il video alla trasmissione Report condotta su Rai3 da Sigfrido Ranucci, che ha quindi costruito sopra diverse puntate del programma ipotizzando chissà quali scenari foschi e misteriosi. E presupponendo trame diaboliche e machiavelliche per far cadere il Governo dell’allora Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, tanto da indurre Renzi a presentare querela contro gli “ignoti” che lo avrebbero ripreso di nascosto.

Sta di fatto che, durante l’audizione di fronte al Copasir, Mancini ha raccontato i suoi rapporti con Conte e con il fedelissimo di quest’ultimo, ovvero Gennaro Vecchione, ex direttore generale del Dis successivamente – dopo le polemiche del video trasmesso da Rai3 – sostituto da Mario Draghi con Elisabetta Belloni. Il racconto che l’agente segreto fa del suo incontro con Renzi in autogrill è del tutto contrastante con lo scenario “alla James Bond” ricostruito da Report. Come rivela La Repubblica, infatti, non soltanto del faccia a faccia con il leader di Italia Viva era al corrente capo di Mancini, ovvero Vecchione. Ma quell’incontro non era il primo e neanche l’ultimo. A Mancini, infatti, “capitava spesso di vedere parlamentari, seppur tenuto all’obbligo di riservatezza che tutti i dirigenti del Servizio devono rispettare in questi casi. Tali incontri erano stati autorizzati per iscritto dal suo ex capo. E, d’altronde, non erano vietati: lo sono diventati solo dopo, in seguito allo scandalo dell’autogrill“.

E c’è di più. A detta di Mancini, lungi dall’essere segreti a Conte o addirittura volti a rovesciarlo, questi rendez-vous erano ben noti al Premier grillino con il quale la spia intratteneva rapporti del tutto cordiali. Come del resto aveva anche segnalato il Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi, in una sua reprimenda contro un servizio fazioso del Tg1. Tanto cordiali “che in più occasioni gli era stata promessa la vicedirezione del Dis: oltre che da Conte, anche da Vecchione e dal ministro degli Esteri Di Maio“. Entrando nello specifico sul famigerato abboccamento con Renzi in autogrill, Mancini ha quindi ribadito “che si era trattato di un semplice scambio di auguri. Durante il quale gli avrebbe davvero consegnato gli ormai famosi “Babbi”, i wafer di cioccolato. Arrivando persino a esibire la ricevuta della carta di credito con cui li ha acquistati“.

Tanto rumore per nulla, dunque, da parte di Report? Attendiamo sviluppi anche sulla querela presentata da Matteo Renzi agli “ignoti” che hanno filmato l’incontro con mezzi tecnologici che non sembrerebbero esattamente quelli di un cellulare appartenente a una semplice “cittadina curiosa”.

error: Content is protected !!