Nella Netflix italiana voluta da Franceschini c’è lo zampino di Di Maio?

Netflix Franceschini Di Maio

Chi si occupa di Rai, di televisione, di media ma anche di politica non può lasciarsi sfuggire il più recente articolo di Angelo Zaccone Teodosi sulla testata key4biz. Nel quale si trova finalmente lo scoop sul nome della generica “Netflix della cultura italiana” promossa dal Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini e che ha tanto scalpore suscitato nelle scorse settimane.

Facciamo un piccolo riassunto su quello che avevamo definito un pasticciaccio brutto: in molti hanno lamentato il fatto che nella nuova NewCo fondata da Cassa Depositi e Prestiti e Chili Tv non figurasse la Rai, e che i vertici di Viale Mazzini avessero escluso la partecipazione della Tv di Stato fin dall’inizio. Il Segretario della Vigilanza Rai Michele Anzaldi, da noi intervistato, aveva sollevato la questione sottolineando che la Rai era stata snobbata per una piattaforma privata onde evitare sprechi. Il Consigliere di Amministrazione Rai in quota Dipendenti Riccardo Laganà e la Consigliera in quota Pd Rita Borioni avevano invece chiesto delucidazioni sul perché il CdA non ne fosse stato informato. E vari parlamentari del M5s si erano uniti alla richiesta di chiarimenti.

Angelo Zaccone Teodosi ci comunica che “la piattaforma si chiamerà “ItsArt” o comunque questo è certamente il nome della società per azioni che è stata costituita a Roma, di fronte al pubblico notaro Paolo Cerasi, il 22 dicembre scorso, venti giorni dopo il comunicato stampa ufficiale diramato il 3 dicembre dall’ufficio stampa della potente Cassa Depositi e Prestiti, presieduta da Fabrizio Palermo dal luglio 2018″.

Il lungo ed esaustivo articolo va letto per filo e per segno e disvela altri particolari molto importanti. Quello che più ci preme è il passaggio – da altri non sviscerato – secondo il quale l’Ad di Cassa Depositi e Prestiti Fabrizio Palermo “è sostenuto – tra gli altri – dal Ministro Luigi Di Maio. Ed è opportuno ricordare che si deve proprio all’attuale titolare del Ministero degli Esteri l’idea di una… “Netflix italiana” (vedi il post che ha pubblicato sul sito “ilblogdellestelle” il 1° luglio 2018, dal titolo significativo: “Le tv tradizionali hanno i giorni contati, ma la prossima Netflix può essere italiana”)”.

“Sicuramente non si tratta soltanto di una coincidenza” chiosa Zaccone Teodosi, e a noi viene il dubbio che questa ItsArt abbia cementato la foscoliana corrispondenza di amorosi sensi tra Franceschini e Di Maio. Scolpite nella nostra memoria sono le parole del Ministro dei Beni Culturali, che nell’ottobre 2019 si definiva “positivamente colpito” dal virgulto grillino. Se Di Maio detenesse un ruolo importante nella nascita della nuova piattaforma, fino a che punto vi sarebbe coinvolta la Casaleggio & Associati? Attendiamo sviluppi.

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