Rai, piovono poltrone prima del cambio dei vertici. Anzaldi: “Chiederò intervento della magistratura”

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Scordatevi Piovono polpette, film di animazione che ha riscosso molto successo al cinema. Sugli schermi, nelle stanze e nei corridoi di Viale Mazzini, è ben più popolare “Piovono poltrone”, una redditizia saga che non conosce fine neanche (e forse soprattutto) nei momenti di transizione prima del cambio dei vertici.

Mentre Ad, Presidente e CdA Rai stanno preparando gli scatoloni per lasciare la poltrona, ecco che Rai Parlamento, Tg1, Tg3, Tgr e RaiNews si lanciano a capofitto in un’infornata di nomine dell’ultimo minuto. Come segnala Il Fatto Quotidiano, è un tripudio di promozioni “bipartisan” per mogli (nella fattispecie Federica Corsini, consorte di Gennaro Sangiuliano, direttore del Tg2), cognati (quello di Roberto Gualtieri, candidato sindaco di Roma ed ex Ministro dell’Economia, ovvero Valerio Cataldi, lo segnalammo per primi noi) e così via. Quasi tutti caporedattori, vicecaporedattori e capiservizio, con pochissimi “soldati semplici”. Tanto per fare un esempio, a Rai Parlamento, su 40 giornalisti solo 5 sono redattori ordinari.

Alla notizia delle nuove nomine formalizzate alla chetichella, il Segretario della Commissione di Vigilanza Michele Anzaldi (Iv) è sul piede di guerra. “L’infornata di promozioni last minute in Rai” scrive su Facebook, “anche tra parenti di direttori e non solo, è l’ennesimo colpo alle prerogative e alla dignità del Parlamento, dopo che ormai mesi fa, scaduto il mandato di questo Cda, la commissione di Vigilanza aveva chiesto all’unanimità al servizio pubblico di non fare più nomine ma di limitarsi all’ordinaria amministrazione come sarebbe stato doveroso“.

E precisa: “I presidenti di Camera e Senato Fico e Casellati perché non intervengono per ristabilire il rispetto delle istituzioni? Il presidente Barachini che aspetta a farsi sentire? Il nuovo amministratore Fuortes, una volta insediato, valuti se ricorrano i presupposti per annullare queste costose promozioni in un’azienda che, unica al mondo, ha più graduati che redattori semplici”.

Quindi il Deputato di Italia Viva annuncia azioni legali. “Chiederò agli uffici se vi siano i termini per segnalare il caso alla magistratura. Ancora una volta, come accaduto sui conflitti di interessi degli agenti, sulle policy per i social, sul rispetto del pluralismo, la Rai azienda pubblica ha ignorato le indicazioni del Parlamento“.

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