Riceviamo da Angelo Zaccone Teodosi e pubblichiamo.
Caro Zonetti,
confesso che mai mi sarei aspettato una reattività così tempestiva e soprattutto intensa, ed acida, da parte dell’anonimo addetto dell’Ufficio Stampa della premiata ditta “Striscia la Notizia”, rispetto ad alcuni miei recenti interventi giornalistici.
Cotanta attenzione merita speculare attenzione. Puntualmente: e da ricercatore, prima che da giornalista.
A questo punto, è infatti necessario assolutamente rispondere a tono, anche se ovviamente non si potrà mai competere con la vis polemica e la causticità dei migliori protagonisti della satira in Italia, quali sono senza dubbio i componenti della redazione del programma ideato e diretto da Antonio Ricci.
Una breve ricostruzione dei fatti:
- martedì 12 gennaio 2021, pubblico un articolo, intitolato “Formalizzato il lancio di ‘Italy is Art’ (ItsArt). Mediaset in manovra su Rai?”, sul quotidiano online “Key4biz”, nell’economia della rubrica “ilprincipenudo” (rubrica indipendente che l’istituto di ricerca che ho fondato nel 1992 e che presiedo, IsICult – Istituto italiano per l’Industria Culturale, cura da molti anni sulla testata diretta da Raffaele Barberio): quest’articolo è incentrato sulla controversa piattaforma cosiddetta “la Netflix italiana della cultura”, alias “ItsArt” (ovvero “Italy is Art”), nella quale Rai non è stata coinvolta; in quest’articolo, segnalo “en passant” la campagna critica che da metà novembre “Striscia la Notizia” ha promosso nei confronti (contro) la Rai, denunciandone molte anomalie e difetti, in una sorta di rubrica denominata “Rai Scoglio24” alias “Sprechi Rai”, affidata al redattore Alessio Giannone in arte Pinuccio; nell’articolo, ipotizzo (si noti bene: prospetto una ipotesi) che questa iniziativa di “Striscia” possa rientrare all’interno di un disegno complessivo di delegittimazione del servizio pubblico radiotelevisivo, disegno che potrebbe (il condizionale è d’obbligo) essere stato stimolato anche da Mediaset;
- l’indomani, mercoledì 13 gennaio, l’Ufficio Stampa di “Striscia la Notizia” (immaginiamo nelle persone di Alexi Guffanti e Alberto Solenghi) scrive al Direttore di “Key4biz” Raffaele Barberio, chiedendo di pubblicare alcune precisazioni, ovvero definendo l’ipotesi in questione “fantasiosa teoria complottista” e sostenendo che il programma non ha “ordito nessuna ‘simpatica’ campagna di delegittimazione del servizio pubblico, per il semplice motivo che sarebbe tempo sprecato. La Rai, infatti, si delegittima benissimo da sola, grazie all’insipienza di molti suoi dirigenti, agli sprechi, alle bizzarre scelte produttive, al sottobosco politico che la infesta. ‘Striscia’ si limita a raccontare tutto questo, documentandolo, a prova di smentite. Che infatti non arrivano mai! E il diversamente loquace Ad Fabrizio Salini alle nostre domande fa sistematicamente scena muta”; questa “lettera al direttore” viene pubblicata nella prima mattina di ieri giovedì 14 gennaio, con adeguata evidenza, da “Key4biz”;
- vengo contattato ieri pomeriggio giovedì 14 da “Vigilanza Tv”, che mi chiede un parere sulla vicenda, e serenamente sostengo che la reazione di “Striscia” mi sembra curiosa, che apprezzo il lavoro di giornalismo libero e critico promosso da decenni da Antonio Ricci, ma, al tempo stesso, mi permetto di ricordare che l’editore del programma è pur sempre Mediaset, uno dei “poteri forti” del nostro Paese, e domando – retoricamente – se il programma eserciterebbe la stessa libertà di critica nei confronti del proprio editore; Vigilanza Tv pubblica correttamente la mia dichiarazione;
- questa mattina, venerdì 15, l’iperattivo ufficio stampa di “Striscia” scrive una altra “lettera al direttore”, questa volta di “Vigilanza Tv” (ovvero tu, egregio Marco Zonetti), ed alza il tono, attribuendomi “poca conoscenza” e “dichiarazioni prive di fondamento” (e accusandomi finanche di contribuire ad una perdita di credibilità del quotidiano “Key4biz”!), soprattutto in relazione alla autonomia – assoluta – che il programma avrebbe anche nei confronti dell’editore Mediaset; proponendo un florilegio di servizi che il programma ha trasmesso nel corso degli anni, criticando non soltanto iniziative Mediaset, ma anche l’“editore di riferimento” (la citazione è riferita a Bruno Vespa, che sostenne anni fa che il suo “editore di riferimento”, in Rai, sarebbe il Governo) ovvero il partito Forza Italia…
Ciò premesso (ricostruito), naturali sorgono alcune considerazioni:
- è interessante osservare la grandissima attenzione che Ricci e la sua redazione assegnano a testate giornalistiche specializzate su media e cultura, come la storica “Key4biz” e la più recente “Vigilanza Tv”: sensibilità sintomatica di un commendevole monitoraggio attento del sistema dei media;
- è interessante osservare il tono discretamente autocompiaciuto con il quale Ricci si ritiene, evidentemente, alfiere (unico?!) del più assoluto giornalismo libero in Italia, indipendente da tutto e da tutti, a fronte di una Rai che immagino egli veda invece soltanto come covo di prezzolati e corrotti, con giornalisti asserviti al potere e lacchè della partitocrazia;
- è altresì interessante osservare come l’elenco ovvero florilegio di servizi di assoluta indipendenza giornalistica che propone appaia quasi un esercizio di “excusatio non petita”; seriamente, però, mi domando se, in termini quali-quantitativi, si tratti di “eccezioni alla regola” o della “regola” stessa; non mi risulta esistano studi scientifici in argomento; manca una ricerca approfondita ed aggiornata, nella mediologia/sociologia italiana, sui contenuti di “Striscia” e sul suo complessivo orientamento politico (l’ultimo testo di riferimento è ormai datato: “La rilevanza sociale, culturale ed economica di Striscia la notizia”, curato da Maurizio Dallocchio e Emanuele Teti, per i tipi di Egea, Milano, 2011); in sostanza, da ricercatore, mi piacerebbe leggere uno studio (indipendente) sulla tanto decantata indipendenza di “Striscia”;
- è indubbia l’intensità della campagna avviata da “Striscia” contro la Rai negli ultimi due mesi; sarà pur coerente con la storia del programma, ma è curioso che essa si intensifichi proprio in una fase particolarmente critica per il servizio pubblico radiotelevisivo; à la Andreotti, “a pensar male degli altri si fa peccato, ma spesso ci si indovina”;
- d’altro canto, ritengo senza dubbio anomala, e censurabile, a parer mio, la totale assenza di reazioni da parte della Rai riguardo alle iniziative di “Striscia”, ma immagino che questa sia una decisione assunta dalla triade apicale dell’azienda (il Presidente Marcello Foa, l’Amministratore Delegato Fabrizio Salini, il Direttore della Comunicazione Marcello Giannotti; e chissà cosa ne pensano i membri del Consiglio di Amministrazione…): decisione comunque assolutamente errata, ritengo, in termini di strategia comunicazionale e di tutela dell’immagine del servizio pubblico;
- al di là della deriva narcisistica, immagino che Ricci, “sprechi” Rai a parte, non possa comunque non riconoscere che anche a Viale Mazzini ci sono fior fiore di professionisti che sviluppano attività giornalistica libera ed indipendente, e che non si può fare di tutte le erbe un fascio; personalmente, ritengo “Report” (ed è un esempio soltanto) un prodotto giornalistico assolutamente eccellente, ben oltre – mi sia consentito (sperando di non incorrere nel delitto di lesa maestà!) – “Striscia”;
- Ricci non sa (ma forse non è onnisciente) che chi scrive questi articoli per “Key4biz” è peraltro da decenni consulente di strategia e di marketing anche del suo editore, dato che, di mestiere, prima che giornalista, è un ricercatore specializzato discretamente qualificato, che guida un istituto di ricerca che tra l’altro annovera sia Rai sia Mediaset tra i propri associati onorari; istituto di ricerca che si vanta peraltro di una qual certa… “indipendenza”, anche se forse non può competere con quella di… “Striscia”!
Conclusivamente, tanto di cappello davanti alle capacità di Ricci di promuovere giornalismo libero e critico, talvolta anche investigativo, quasi sempre di qualità, ma forse un po’ di sana modestia e soprattutto di saggia autocritica renderebbero ancora più seria ed affidabile la sua mirabile intrapresa.
Queste reazioni un po’ permalose mi ricordano – sia consentita la battuta – gli atteggiamenti di Romeo “er meglio gatto der Colosseo” (come cantava il protagonista de “Gli Aristogatti”) e finanche quel “Cala, cala Trinchetto!” (memorabili spot dell’acqua minerale Recoaro, che avevano come protagonista il simpatico Capitan Trinchetto, ai tempi di “Carosello”).
Ritengo che chi si vanta di esercitare il massimo livello di indipendenza e libertà, debba rispettare la libertà e l’indipendenza che anche altri praticano e rivendicano. Ed anche di chi manifesta una qualche critica al “principe” (anzi al “sovrano”?) del giornalismo indipendente in Italia. Il diritto di critica non può essere unilaterale ed univoco.
Grazie per l’attenzione.
Approfitto dell’occasione per manifestare complimenti vivissimi per la qualità degli articoli di “Vigilanza Tv” ed anche per l’attività di impegno civile che manifesta, nella miglior tradizione “watchdog” del giornalismo anglosassone.
Ad maiora.
Cordiali saluti,
Angelo Zaccone Teodosi
(Presidente IsICult – Istituto italiano per l’Industria Culturale)