Anzaldi: “La Rai di Conte, con in maggioranza la Meloni, va avanti contro le regole. Pagano gli italiani”

anzaldi conte palazzo chigi
Rocco Casalino e Giuseppe Conte

La votazione sui quattro componenti di nomina parlamentare del CdA Rai, che da mesi si attende vada a sostituire quello ormai scaduto nato dalle elezioni del 2018 e dall’assetto giallo-verde a Palazzo Chigi, superato da ben due governi successivi di diverso colore e sfiduciato dall’esecutivo giallo-rosso, è dunque slittata per volere del M5s, dilaniato dalla faida tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte. I grillini, indeboliti e lacerati al loro interno, stentano a lasciare il potere acquisito in Rai ed espresso soprattutto dalla figura apicale dell’Amministratore Delegato Fabrizio Salini in quota pentastellata, e sono riusciti a far recepire da tutti gli altri partiti i loro vincoli e ostacoli al rinnovo – pare sia stato il “reggente” Vito Crimi a bloccare la votazione. Solo Italia Viva si è opposta al rinvio della scelta dell’elezione dei quattro consiglieri, come rivelato dal Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi a VigilanzaTv.

Lo stesso Anzaldi chiamato in causa come “bestia nera” in un’intervista di Repubblica al Presidente Rai Marcello Foa, che fra le altre cose ha citato l’audizione del 18 maggio 2021 in Vigilanza di Noel Curran, direttore generale European Broadcasting Union, e il suo suggerimento di far scegliere i vertici da un organismo indipendente con il controllo da parte di organi di stampa altrettanto indipendenti, onde evitare la “politicizzazione delle nomine”. A parte il paradosso di questa citazione da parte del “nominato dalla politica” Foa, quest’ultimo ha lamentato nell’intervista il fatto che la Vigilanza abbia posto poche domande a Curran, dimenticando che lo stesso Michele Anzaldi ha sollevato proprio durante quell’audizione la vicenda della multa alla Rai da parte dell’AgCom. Curran rispose che, in Irlanda per esempio, quando il servizio pubblico non rispetta il Contratto di Servizio, l’authority di controllo può sospendere o diminuire il canone. Anzaldi aveva poi commentato sui social il suo auspicio che si potesse introdurre questo principio anche in Italia, inviando poi tutta la documentazione sulla sanzione alla Rai da parte dell’AgCom a Curran.

Tornando allo slittamento della designazione dei quattro consiglieri Rai in quota parlamentare, l’On. Anzaldi ha poi commentato sarcasticamente su Twitter : “Il voto sul Cda Rai rinviato forse al 14 luglio, il giorno dopo il voto previsto sul Ddl Zan: ma chi ci crede? La Rai di Conte, dove in maggioranza c’è anche la Meloni, va avanti contro le regole oltre ogni scadenza e continua a fare nomine e palinsesti, pagano gli italiani“.

Parole che alludono alla grande influenza che detiene ancora nella Tv pubblica l’ex Presidente del Consiglio (e a quella del Consigliere di amministrazione in quota FdI Giampaolo Rossi molto ascoltato dall’Ad Salini), e che rimandano a una sorta di profezia lanciata dallo stesso Michele Anzaldi qualche mese fa nel marzo 2021, “in tempi non sospetti” per usare una formula cliché. Il Segretario della Vigilanza adombrava la possibilità che la Rai targata Conte-Casalino continuasse a prosperare anche oltre la scadenza del CdA. Così è stato, per esempio, per quanto riguarda i palinsesti autunnali, decisi dall’attuale assetto imponendo le scelte di conduttori e programmi, soprattutto quelli d’informazione, ai successori. Tra un rinvio e l’altro, una proroga e l’altra, uno stallo e l’altro, l’arrivo del nuovo CdA Rai che ad auspicio di tutti possa archiviare per sempre la gestione peggiore di sempre della Tv di Stato sfocia sempre più in un dramma amletico nel quale si vive nell’attesa dell’alba di un nuovo giorno senza accorgersi che è ormai il tramonto.

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