Nomine Rai, Anzaldi fuori dal coro: “Molti segnali positivi nelle scelte dell’Ad Fuortes”

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Michele Anzaldi, Segretario della Commissione di Vigilanza Rai

Di Marco Zonetti

Abbiamo scritto di come le sette nomine formalizzate ieri dall’Amministratore Delegato Rai Carlo Fuortes, la prima infornata da quando è stato designato ai vertici del Servizio Pubblico, abbiano destato diverse critiche da parte delle istituzioni e dei sindacati dell’azienda, per la totale assenza di figure femminili.

L’opinione del Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi (Iv) è decisamente fuori dal coro. In un’intervista a Giacomo Capriotti pubblicata sul sito inews24.it, il Deputato ha infatti dichiarato di essere “rimasto sorpreso dalle critiche a Fuortes per le nomine: si tratta solo delle prime decisioni, mancano ancora molte caselle da decidere, a partire dai direttori di rete e di testata (che come abbiamo sottolineato anche noi potrebbero vedere la scelta cadere per l’appunto su figure femminili, Ndr), quindi una valutazione complessiva ancora non si può dare. Di certo, però, in queste prime nomine vedo molti segnali positivi”.

L’On. Anzaldi sottolinea che è stata data priorità a curricula e percorsi professionali: “basta con le promozioni arbitrarie per premiare giornalisti vicini ai partiti, come accaduto con la Rai gialloverde. Basti pensare al caso di Claudia Mazzola, candidata al Cda Rai sulla Piattaforma Rousseau del Movimento 5 stelle e poi da Salini pluri-promossa con addirittura 4 scatti di carriera in 3 anni, fino a diventare direttore dell’ufficio stampa”. Al suo posto, l’Ad Fuortes ha scelto “Stefano Marroni, un giornalista con un curriculum inattaccabile, per anni vice direttore prima di Repubblica e poi del Tg2″.

Il Segretario della Vigilanza Rai auspica anche che, riguardo al caso Mazzola, ai suoi quattro scatti di carriera e al suo doppio incarico di presidente della Fondazione Auditorium di Roma, “uno scandalo” secondo il Deputato, venga sanato dal prossimo sindaco della Capitale. L’On. Anzaldi puntualizza anche come l’Ad Fuortes abbia detto stop “ai dirigenti esterni con super stipendi catapultati in ruoli chiave, come è stato per il capo della Comunicazione Giannotti, finito peraltro al centro di un’inchiesta di Striscia la notizia per il sospetto conflitto di interessi per gli incarichi dati alla sua ex società di provenienza, oppure per le opache sponsorizzazioni pagate ad alcuni siti internet che si occupano proprio di Rai. Bene che sia stato sostituito subito”.

Gli attacchi subìti dall’Ad Rai, secondo il Deputato, “arrivati in maniera trasversale da Pd, Fdi e Usigrai lascia pensare che forse davvero Fuortes sia deciso ad andare fino in fondo sui tagli agli sprechi, sullo stop alle lottizzazioni dei partiti, insomma che voglia davvero rivoluzionare e risanare questa Rai. Finché non accade sul serio non ci credo, ma stiamo a vedere, sono fiducioso. Intanto la scelta di non nominare nessun direttore generale, carica reintrodotta dal suo predecessore, mi trova pienamente d’accordo”.

L’On. Anzaldi si augura che non sia soltanto una scelta temporanea, “mache il ruolo di dg venga abolito poiché per come era stato pensato si trattava solo di una moltiplicazione di stipendi e spartizioni. Le funzioni di capo azienda le svolge l’Amministratore delegato, come ha deciso la Riforma Renzi del 2015, a lui vanno tutte le responsabilità”.

Quanto all’esodo di Ludovico Di Meo dalla Direzione di Rai2 a quella di San Marino RTV, Il Segretario della Vigilanza Rai si dice soddisfatto che la nomina sia stata effettuata dopo il job posting, seguendo i regolamenti aziendali. E commenta: “dopo i fallimenti di questi mesi alla direzione di Rai2 non mi sembra una promozione”. L’On. Anzaldi allude alla “infinita serie di flop di programmi non premiati dal pubblico, ma anche episodi gravissimi come il tutorial sessista su come fare la spesa”. Lo scandalo avvenne nella trasmissione Detto Fatto in onda nel pomeriggio su Rai2, temporaneamente sospesa ma poi tornata in onda e finanche riconfermata per la stagione 2021-2022 come se niente fosse malgrado gli ascolti non eccezionali e le tante polemiche (e condanne istituzionali) sul tutorial in questione che finirono pure riprese dalla stampa internazionale.

Sullo “scandalo” di San Marino, poi, il Deputato riesuma un suo cavallo di battaglia, già da lui denunciato, “purtroppo senza fortuna, nella passata legislatura: 3,6 milioni di euro di soldi del canone investiti a fondo perduto in una piccola tv locale, senza alcuna plausibile motivazione“. L’On. Anzaldi ripresenterà l’interrogazione a suo tempo indirizzata al Governo, “per chiedere perché i soldi dei cittadini debbano finire in uno spreco simile”, augurandosi “che il presidente Draghi e l’amministratore Fuortes mettano la parola fine a questa indecenza”.

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